Anche una rivista come Wired perde 100.000 dollari in bitcoin

Circa cinque anni fa (nel 2013, per l’esattezza) era possibile costruire miniere d’oro di bitcoin con gli hardware prodotti dall’azienda (oramai fallita) Butterfly Labs.

Grazie a quest’ultima ogni utente poteva, comodamente da casa, fare il cosiddetto “data mining” di bitcoin con l’ausilio di un semplice hardware.

Wired, la rivista tecnologica americana definita “bibbia di internet”, si è parecchio divertita ad accumulare bitcoin, tuttavia perdendoli.

Dopo aver fatto un data mining di ben 100.000 dollari, Wired li ha persi tutti in un batter d’occhio.

Com’è potuto accadere? Giusto per fare un po’ di chiarezza…

Il traffico dei bitcoin è gestito tramite un dialogo “peer-to-peer”, ovvero gli algoritmi per generare denaro sottoforma di bitcoin vengono poi condivisi da un utente all’altro.

Così come avviene con i più comuni programmi di P2P , ad esempio bitTorrent o eMule.

Ad ogni modo, dopo che Wired ha accumulato una quantità di bitcoin smisurata, gli algoritmi per “sbloccare” i bitcoin si sono andati a complicare ulteriormente.

In altre parole, la rivista non aveva più la possibilità di accedere ai bitcoin guadagnati perché non riusciva a rintracciare gli algoritmi per riprenderseli.

La prima idea della rivista fu quella di donare tutto in beneficenza, ma poi recuperare il denaro accumulato si è rivelato un processo più difficile del previsto.

Wired ha specificato che “c’è bisogno di ingaggiare un esperto di criptovalute full-time per recuperare il tutto e, detto francamente, non ne vale la pena”.

Sempre Wired ha specificato che “tentare di riprendere bitcoin re-criptati è come cercare una chiave dell’auto che è stata buttata nell’Oceano Atlantico, anzi una chiave lanciata in uno spazio fra la terra ed Alpha Centauri”, considerando che le possibilità di ri-decifrare una chiave di sicurezza in questo campo sono praticamente impossibili.

Le criptovalute stanno diventando sempre più complicate da comprendere. Soprattutto in questi ultimissimi tempi i controlli in rete si sono intensificati a fronte del trattamento dati le nuove disposizioni legali sulla privacy.

Probabilmente la mossa di Wired è stata un’idea brillante.

 

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